Il “drop out” ovvero l’abbandono della disciplina praticata,
è sempre più diffuso.
Traggo spunto dall’articolo uscito sulla Gazzetta dello Sport, allegato al programma del Workshop, per trattare degli argomenti ben noti a tutti: unico obiettivo LA FELICITA’ DEI NOSTRI FIGLI.
Milano, 06 marzo 2013 dalla Gazzetta.it ( http://www.gazzetta.it/Fitness/06-03-2013/i-ragazzi-abbandonano-sport-troppe-pressioni-illusioni-92332151722.shtml)
Mettere in chiarezza alcuni concetti fondamentali dello sport e dell’approccio all’attività sportiva, senza distinzione di tipologia di attività, il ruolo della famiglia dove la famiglia, vero punto di forza per il supporto morale ed educativo del ragazzo, deve trovare il giusto rapporto tra i sogni e desideri del bambino.
Sui SOGNI ho scritto questo libro: A Caccia di Sogni
Sottolineo il sottotitolo: dove finiscono i sogni…..comincia la realtà
L’agonismo esasperato,
i genitori e l’ambiente estremamente pressanti
inducono gli adolescenti a dire basta.
L’80% dei bambini italiani fa sport.
L’80% dei bambini italiani in età prepuberale pratica almeno uno sport, ma verso i 14 anni, proprio durante la fase di sviluppo più delicata e in cui l’attività fisica sarebbe un vero toccasana per la crescita del ragazzo a livello fisico, psicologico e sociale, questo esercito di mini atleti si riduce drasticamente a chi non è rientrato nella classe di merito in quei parametri definiti anche dalle Federazioni.
Una classifica stilata per prestazione massimale, quindi numeri e per età anagrafica, ma come ben sappiamo noi tecnici del settore sport e salute, l’età anagrafica nella crescita fisiologica e mentale spesso non corrisponde: ogni persona ha il tuo tempo per maturare, MA LO SPORT NON ASPETTA!
Divenuti adolescenti, la metà di loro abbandonano.
Cosa succede?
Quali i motivi di questa improvvisa disaffezione?
Il fenomeno, denominato “drop out”, sempre più diffuso, ha attirato l’attenzione di numerosi esperti del settore della mente (psicologi – terapeuti – mental coach – istruttori).
Analizziamo insieme i fattori principali
che inducono i ragazzi al “drop out”.
L’agonismo esasperato fin da giovanissimi.
Ci insegnano si dà piccolini a primeggiare, vincere con se stessi o con gli altri?
Chi da bambino non ha messo il numero sulla schiena, chi non ha sognato di entrare nel gruppo “agonisti” e giocarsela tra sogni e realtà?
Così per metodica applicata (tecnica), per fisiologia e per quella maledetta calcolatrice che calcola ogni nostro allenamento e ne fa teoria quasi sempre senza risultato certo ci ritroviamo immersi da ragazzini in numeri scritti su un pezzo di carta quali simbolo assoluto del successo finale: sarà giusto basare lo sport solo a questi parametri logici per un mezzo meccanico ma non per un corpo umano sempre in evoluzione?
Sarà l’unica strada corretta da percorrere tra gioco e obbligo, tra quel peso che all’inizio è leggero ma negli anni diventa impossibile da sopportare perché schiaccia tutto corpo e mente, sogni e desideri andando a compromettere l’autostima, per cui il nostro carattere e visione della vita in una società dove più sei simile agli altri più sei a tempo con il progresso.
Chi sei tu?
Il risultato a tutti i costi.
Corri, salta, nuota, voga, scia, spingi e tira, in somma: devi farcela, devi abbattere quel maledetto muro a tutti i costi, quello che ogni giorno si presenta davanti alla porta della tua anima e della tua speranza e tu ogni santo giorno devi provarci a tutti i costi.
Solo che un giorno, mentre per l’ennesima volta ti scontri con la tua mente, con il tuo corpo, con quei maledetti calcoli fatti e scritti su tabelle che hanno un senso matematico ma per te la somma non da mai ogni giorno un risultato totalmente positivo, sopratutto nella tua mente che vive le sue emozioni fatte di pensieri (teorie) quelli che spesso ti vergogni di mettere in mano anche al tuo migliore amico.
La tua casa 🏡 – la tua mente 🧠
Quellla con su scritto il tuo nome, visto che siamo soggetti simili ma non saremo mai soggetti uguali.
Arriva sempre il giorno che ti senti in dissonanza con tutto perche’ non riesci a seguire il Coach che ti urla: dai forza! Datti da fare! Vuoi mica rimanere indietro!
Ti senti solo, anche se sei in mezzo a un gruppo di sognatori sportivi come te, ma quel giorno ti senti un verme, ti senti escluso perché non ce la fai più.
Pensi e non vuoi pensare, ma cosa può pensare un ragazzino che non ha esperienza di vita, capta tutto il giorno immagini e ascolta parole che confrontandosi con le immagini non sono quasi mai in sincronicità?
Cosa farai a questo punto?
Accendi lo smartphone, fai girare con il dito lo schermo come fosse una slot machine e non pensi, non vuoi pensare: giri e leggi, leggi e non pensi a cosa c’e’ scritto, in somma vivi senza pensare visto che hai perso la tua forza mentale quella che ti è stata messa al collo come il collare salva vita, ma ora ti stringe così forte da non farti più respirare.
L’illusione preclusa di divenire dei campioni.
I parametri nelle metodiche applicate (sistemi di allenamento) si creano sui numeri, i Campioni sono il vertice di quel triangolo dove tu sei ancora alla base e guardi la vetta a punta (il Campione) con gli occhi pieni di speranza, ma….
Ripeti all’infinito il nome del tuo Campione, comperi le sue scarpe, il suo casco, la sua maglietta, il suo libro dove racconta la sua storia. Lui diventa il tuo simbolo assoluto, ogni giorno ti prende per mano e ti accompagna con amore e stima ad allenarti, a soffrire, a sognare, a sperare.
Sei tu che ogni giorno allunghi la mano verso quell’ologramma che tu crei con il tuo pensiero, lo vedi alla fine tanto reale che non t’importa più chi sei e dove potrai arrivare: tu sei lui e lui è dentro di te.
Sarà realtà oppure solo mera illusione?
- Quante volte guardando l’allenatore ci sentiamo topini da laboratorio messi li solo per fare statistica?
- Quante volte i nostri sacrifici, sogni e speranze sono messi sul mercato dell’offerta migliore per andare a condire quel goffo “SO tutto IO” di chi ha letto un libro e pensa di conoscere perfettamente tutta la storia di quel percorso così complesso e articolato che è la vita – sport compreso?
- Quante volte il Campione è un tuo amico, vero?
Nessuna parola o frase, o metafora, o …. potrà mai descrivere un risultato finale, essendo questo la somma di gesti ed emozioni,
dove i ricordi giocano a nascondino con il presente.
Tutto è una pura illusione oppure è solo una pura previsione in quel futuro che forse per te è possibile solo se imparerai a sognare e ascoltare le tue sensazioni, quel linguaggio oltre la parola che collega il tuo corpo con la tua anima.
La vita t’insegna che chi troppo vuole nulla stringe, per questo chissà quante volte bestemmi e lo fai dando le tue colpe a quel Dio che tu non conosci, anche se lui conosce bene te e i tuoi limiti.
A Dio, colui che sceglie per te, ma per cortesia smettila di pensarlo e crederci!
Guardati allo specchio ogni tanto e se sei un genitore insegna al tuo figlio o figli a farlo, così magari Dio sta al suo posto e prendi coscienza che la maggior parte delle cose che ti accadano dipendono da TE!
Imparerai a perdere tanto e a vincere pochissimo, questa è la dura legge della vita non solo nello sport, dove le vittorie saranno in parte tue, in parte della squadra se avrai condiviso il tuo sogno con la forza di un team.
Ma il Campione chi è?
Lo sai come è arrivato a essere Campione, lui, quell’eletto tra infiniti normali ha vinto su tutti e tutto, ha preso in mano il trofeo e lo ha alzato al cielo in quel giorno dove la somma di tanti sacrifici fatti, di privazioni assolute nelle scelte sociali fin da bambino lo ha portato a esprimere tutta la sua energia fisica e mentale sempre in una sola direzione senza alcuna distrazione.
Poi entra in gioco madre Natura,
se l’essere umano è un animale in sostanza, non tutti sono in grado di correre come gazzelle, avere la forza di un elefante, saltare come una scimmia tra un ostacolo e l’altro senza mai cadere, in somma: che animale sei tu?
Nuovi interessi.
💻 📲
Con il covid l’era digitale ha preso quel vortice d’infinito che ha trascinato per necessità e per farci diventare dipendenti dai media e venderci tutto online: anche la felicità.
Studi al pc, hai imparato anche a esprimere le tue emozioni con quelle emoji che ridono e piangono al ritmo di quel dito che schiaccia spesso senza amare, senza sognare, senza farsi le domande più naturali da buon “homo sapiens” animale che è ancora: ho voglia di abbracciarti, ho voglia di baciarti, vorrei stringerti la mano, mi prenderei un buon caffè per fare due parole e guardarti negli occhi mentre lo sorseggio…..normalità, oggi è diventato eccezionalità.
La fretta vince su tutto e una emoji risolve subito il problema di chi non ha mai tempo per vivere un amicizia fatta di 5 sensi contemporaneamente.
Le scelte di ogni giorno.
- Sudore e fatica, fatica e sudore, piangere e soffrire, soffrire e guadagnarsi il sorriso perseverando e resistendo a ogni situazione che si oppone con la forza dell’amore.
- Oppure è meglio stare seduti in compagnia di un amico, vicini e distanti, si dico la solita storia, quella che vediamo su un muretto, sull autobus, al tavolino de ristorante, a scuola mentre nascondi quell slot machine (smartphone) fatta di sogni e d’illusioni e non ne puoi fare a meno di consultare anche quando dovresti spegnerlo e vivere il modo più naturale della vita sociale.
Il cervello non distingue la fantasia dalla realtà, lui vive di chimica mentale, la chimica mentale si produce anche solo con la vista e il suono, il resto può aspettare: CHE TRISTEZZA IMMANE.
Genitori e, in genere ambiente esterno, troppo esigenti e pressanti.
Fai questo, studia questo, prendi l’esempio del tuo amico, lui si che è bravo!
Solite storie e le solite frasi, soliti atteggiamenti di chi non ha tempo per dare l’esempio e l’unica cosa che sa fare è procrastinare.
L’orologio di madre Natura ti leva i minuti della vita ogni attimo di quel giorno spesso con lo stesso numero e nome ma uguale non lo sarà mai; tutto ti scorre sotto i piedi anche quando sei seduto al tavolo e non sai cosa fare in quel Qui e Ora senza futuro, così ci stanno insegnando a vivere: il non pensare al futuro e moda, è manipolazione mentale, un trucco di altri tempi che non perde mai la sua arte di essere alla moda al tempo della madre Natura.
Così nella vita, nello sport impari a godere di una vittoria, di un giorno dove tutto è perfetto, a non farti domande infelici nel giorno più felice della tua vita, scusate: ma che vita?
Golosità del sempre di più e la ricerca spasmodica del sempre meglio in quella perfezione che non esiste, ma ci fanno credere che sia realtà per tutti.
Non abbiamo mai tempo per vivere le emozioni e rilassarci a respirare, siamo sempre senza aria in affanno, chissà perché?
Per necessità tecnica e spesso per carenza di tempo, prendiamo per mano i nostri figli, li affidiamo a uno sconosciuto che veste l’importante ruolo dell’allenatore e poi se le cose non vanno bene: è colpa tua che non ti sei impegnato fino in fondo, vedi che sei un …..
Si narra la storia del Campione che ha avuto la famiglia vicino, si narra la storia del Campione che non ha mai avuto i genitori:
qual’e’ la tua storia da narrare?
Il venire meno di divertimento e motivazioni.
Andiamo da bambini alla scuola dell’obbligo, mi scappa da ridere quando penso alla parola “obbligo” dicasi: tutti ci dobbiamo andare per la cultura generale, giusto?
Li ti insegnano le regole del passato e ti dicono che il futuro è nelle tue mani ogni giorno.
Il libero arbitrio fa parte della libertà di pensiero e parola, solo che sei manipolato e non lo sai, vieni inscatolato in quella vita fatta di passato altrui e di quel presente che chiami sicurezza fatto di regole ferree: sei il primo della classe – sei il Campione!
Quando ti rendi conto che le regole dell’obbligo sono le scarpe che ti hanno messo addosso ogni giorno, sei diventato adulto così tanto da non saper più sognare, questo non è un male?
Domani che scarpe indosserai per uscire di casa?
Meglio stare nella propria zona comfort con le scarpe che ti schiacciano le punte delle dita e alla sera te le fanno lanciare appena entri in casa sotto la sedia, quella che ogni sera lanci sotto il divano appena puoi tornare un essere umano.
Ami camminare sull’asfalto liscio e perfetto, ti senti sicuro e protetto se sotto i piedi nulla nuoce al tuo equilibrio fisico e mentale.
Peccato che l’asfalto liscio è stato progettato per far scorrere le masse rotanti, dicasi convesse, e i piedi sono concavi, dicasi esattamente l’opposto: lo avete mai notato?
Lo sport è divertimento, lo sport è sorridere, lo sport è saper interpretare le regole del gioco che tu devi accettare e in quei parametri fissi per tutti devi saperti inventare la tua identità per poter ridere e sorridere, per poter continuare a sognare.
Un giorno però prendi la borsa con su scritto “sogni sportivi”, quella che una volta facevi la sera prima di andare a letto con amore e dedizione per avere la sicurezza che dentro ci siano sia i sogni, che l’attrezzatura occorrente per andare a caccia di sogni ogni giorno.
In quella tasca riservata ai tuoi sogni, quella sempre aperta e pronta a sorridere alla tua speranza, oggi ti accorgi che è chiusa: perché?
Va beh, meglio e comodo non farsi troppe domande, getti dentro quel materiale che andrà a contenere il tuo corpo ma sopratutto il tuo cuore: in quel ripetitivo momento che hai fatto per centinaia di volte però oggi sentirai una fatica immane nel farlo, come se le tue forze si scontrassero con un gigante che non vedi ma si oppone alla tua necessità, al tuo IO.
Il cuore batte e lo senti fibrillare, piangi e non vedi uscire le lacrime da quelle palpebre che hanno pianto varie volte per il successo e per aver sbagliato stupidamente il “normale”.
Proprio ora ti renderai conto che non hai più voglia di soffrire così, non c’e’ peggior cosa delle lacrime di vetro per soffrire l’infinito.
Eri motivato, eri concentrato, eri impegnato fino all’ultima goccia di energia che hai imparato a chiamare per nome glicogeno e ora ti senti stanco, vorresti fare il pieno come fai al motorino, ma non trovi più il distributore per caricare il tuo serbatoio d’amore la forza infinita che abbiamo e che fa miracoli sull’energia del cuore che tu chiami acido lattico, ma i vincenti e chi ce l’ha fatta chiama passione.